“Non pensavo che sarebbe morto. Non immaginavo neanche che potesse morire”. Con questo inizio brutale l’autore francese ci mette di fronte al fatto compiuto: Babino, il cane di Nemo, è morto a soli quattro anni investito da una macchina.
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Il bambino è disperato, non riesce a fare altro che piangere, non mangia, pensa solo a quanto era bello avere a fianco il suo compagno di avventure e scorribande, reali ed immaginarie. Un quadrupede di tale levatura si merita un funerale di tutto rispetto. Così Nemo con i suoi due cari amici, la sorella e Morgana, l’amica che occupa un posto importante nel suo cuore, si mettono all’opera per scavare una buca e preparare un degno congedo per Babino. Ma la cosa non risulterà affatto semplice...! Assistiamo, così, ad un funerale in cui, tra un colpo di pala e l’altro, grazie ai dialoghi frizzanti, a volte divertenti, mai scontati, trovano spazio riflessioni profonde sull’amicizia, la religione, il senso della vita, e della morte. Con umorismo si susseguono equivoci e inconvenienti che ritardano la cerimonia ma che diventano anche occasione di confronto per i bambini che, a loro modo, compiono un piccolo percorso di accettazione della perdita. Racconto disarmante e divertente, tremendamente realistico nel descrivere come i bambini affrontano il lutto, con un approccio in equilibrio tra involontario cinismo e innocenza. Un libro che, oltre ad essere una dichiarazione d’amore per gli animali domestici, non nasconde niente ai bambini portandoli, invece, a riflettere su aspetti considerati dei veri e propri tabù; trasferisce, così, sulla pagina quel che la morte semplicemente è, una parte della vita.